Limolivo, l'amaro del Gargano

AMARO LIMOLIVO: LIMONI, FOGLIE DI ULIVO E TANTO GARGANO

Una formula che riassume l’austerità dell’altopiano pugliese, su cui ulivi e agrumi prosperano e profumano in maniera unica

Limonulivo, limolivo, lemolivo, per altri invece, solo Amaro del Gargano da portare a casa dopo le vacanze al mare. Dietro questo liquore si nasconde qualcosa di più, una formula che riassume l’austerità dell’altopiano pugliese su cui ulivi e agrumi prosperano e profumano in maniera unica. La ricetta originale – comprese le classiche variazioni del caso – rende il nostro limolivo un digestivo degno di nota e, allo stesso tempo, anche un componente interessante per la miscelazione di Puglia.

Per scoprire le origini dello spirit così misterioso e buono, ci siamo fatti aiutare da Enzo Tamalio, bar manager di Apulia Cocktail Experience.


Enzo Tamalio
Enzo Tamalio

Limolivo, monaci e… ipertensione

Il limolivo – tra i simboli della tavola godereccia garganica – è un infuso composto da arance e limoni autoctoni a cui si aggiungono le foglie d’ulivo. Il mix saporito e piacevolmente alcolico ha anche uno scopo benefico – con tutte le attenzioni del caso – date le sue proprietà antibatteriche. La ricetta però, non è un’invenzione commerciale, bensì nasce da antiche esigenze specifiche e a metterci una mano quasi santa, sono stati i monaci di Monte Sant’Angelo, uno dei paesi che dominano il Tavoliere dalla montagna.


Limolivo, l'amaro del Gargano
Limolivo, l’amaro del Gargano

A tracciare le coordinate storiche in maniera attenta è Enzo Tamalio, bar manager di Apulia Cocktail Experience. «Si dice che Monte Sant’Angelo sia il paese natale del limolivo, noto anche nei comuni più piccoli, come Carpino e Cagnano. Sembra che il liquore sia stato creato intorno all’anno mille dai monaci che risiedevano lì, mutuando una vecchia ricetta dei romani, cioè mettere in infusione delle foglie d’ulivo e agrumi – andando a fondo della faccenda spunta anche un committente – A richiedere un rimedio che fosse anche cura, fu un signorotto del luogo con problemi di pressione alta e alla ricerca di alternative ai continui salassi. Una prassi ben avviata e non solo una richiesta insolita, portò i monaci a studiare una combinazione benefica a base di arance, limoni e foglie d’ulivo, ingredienti facilmente reperibili nelle immediate vicinanze. Il prodotto fu un successo per lo scopo e non solo, infatti aiutava anche la digestione. A questo punto il nobile, visto il successo, se ne assicurò l’esclusiva produzione, allora la ricetta fu secretata». Andò davvero così?

Se le fughe di notizie oggi non sembrano essere così remote, anche all’epoca qualche gola profonda si è fatta sfuggire qualcosa, quindi il limolivo, col passare dei secoli, è entrato in tutte le case della Capitanata. Le varianti della ricetta sempre diverse e sempre più buone di quella del vicino, hanno esaltato le spiccate capacità digestive, addirittura potenziandole con l’aggiunta di genziana e rabarbaro. Riassumendo, fino ad oggi quasi tutti hanno il loro liquore agli agrumi e ulivo da far assaggiare a parenti e amici in visita, rigorosamente dopo pranzo o per accompagnare lunghe chiacchierate.


Un Drink realizzato con Limolivo
Un Drink realizzato con Limolivo

Il limolivo – a cui anche Dante fa cenno nel canto XXI della Divina Commedia – ha fatto il giro della Capitanata approdando altrove e riscuotendo grande successo. Piace così tanto perché l’agrume del Gargano è unico nella sua delicatezza, complice il territorio circostante che beneficia di una posizione privilegiata in cui correnti marine e montane si incrociano. Si tratta di un perfetto ambasciatore del territorio e, per certi versi, della Puglia intera. Allora basta non fermarsi al solo bicchierino della staffa ed esplorare nuovi orizzonti, magari più contemporanei.

Da semplice digestivo a Limolivo miscelato

Il limolivo, secondo Tamalio, va «contemporaneizzato» e la mixology può aiutare allo scopo, portando bevitori più o meno consapevoli a indagare su cosa c’è nel bicchiere. Questo è uno degli obiettivi che Apulia Cocktail Experience vuole – community e bar itinerante creato nel 2020 e di cui Enzo è bar manager – dare risalto a ciò che fa parte della tradizione regionale trasformandolo in intrattenimento «Apulia Cocktail Experience trasforma la semplice personalizzazione in pugliesizzazione quando possibile. Realizziamo la miscelazione nostrana con gli ingredienti autoctoni. Amo cercare i prodotti di Puglia e della mia Capitanata, quelli che hanno bisogno di essere rilanciati per essere apprezzati, proprio come il limolivo. Per questa ragione cerchiamo di dare una diversa lettura dei nostri prodotti svecchiandoli nei drink».


Il Limolivo, servito in una confezione di Amarena Fabbri
Il Limolivo, servito in un vaso di Amarena Fabbri

Sul liquore garganico c’è ancora tanto da dire e da fare secondo Enzo, soprattutto quando si parla di mixology «Il limolivo ha una bella punta di amaro e il suo gusto è deciso. Non lo chiamerei proprio un bitter, ma ci si avvicina tanto. Cerco di esaltarlo nella mia versione di gin fizz con succo di limone, sciroppo di zucchero, da shakerare con albumina e completare con acqua tonica. Il nostro liquore si presta anche per sporcare il mojito al basilico e per drink freschi, mentre nelle versioni invernali può sostituire il classico bitter Campari».

Nuove suggestioni di amaro

Apulia Cocktail Experience ha creato la sua visione di limonulivo sdoganandolo dal solito souvenir da acquistare nei vicoletti di Vieste e Peschici durante l’estate, trasformandolo in un ingrediente pregio della Puglia garganica. Con il Boulevardier Coda di Gallo (dall’inglese cock-tail) il nostro liquore ha centrato l’obiettivo «Si tratta di un cocktail da fine pasto con bourbon whisky, vermouth rosso e limolivo appunto. Con lo spiccato sentore di agrumi abbiamo dato quell’energia necessaria per caratterizzare il drink. L’obiettivo è assemblare un cocktail che mettesse la Puglia al centro e nel bicchiere».


Il cocktail in lattina "Coda di Gallo", di Apulia Cocktail Experience
Il cocktail in lattina “Coda di Gallo”, di Apulia Cocktail Experience

Se la riscoperta di questi amari tradizionali avviene sempre più spesso in diverse regioni d’Italia, viene da chiederci se nel futuro della liquoristica italiana ci sia la possibilità di aprirsi verso la miscelazione, evitando di confinare “nella purezza” gli amari. Una strada che stanno intraprendendo anche altre etichette, come abbiamo raccontato in questo articolo.
La risposta probabilmente, sta nella commistione, conoscenza e rivalutazione di ciò che la propria terra offre. Questo è ciò che è successo anche a Enzo che con il limolivo ci si è trovato a che fare per caso in una cena con amici e che, prima di allora, l’aveva solo visto tra i famosi souvenir di questa terra così austera e, allo stesso modo, interessante anche dal punto di vista spiritoso.

Serena Leo, piacere! Pugliese Docg, giurista per caso e storyteller per vocazione. Focalizzata su dettagli e sfumature, soprattutto quando si parla di enogastronomia, inizia a raccontare il mondo del vino con grande attenzione per la sua terra, partendo proprio dalle radici grazie a Wineroots.it. Segni particolari: calice pieno tra le mani, amante di distillati insoliti e introvabili. È costantemente alla ricerca di aneddoti che arricchiscano il piacere del buon bere, e perché no, del buon mangiare. L’imperativo categorico? Il bicchiere della staffa deve essere incredibile.

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