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Matusalem, 150 anni di rum nel segno della famiglia

Nato a Cuba nel 1872 e, dopo la rivoluzione, consolidato in Repubblica Dominicana, Ron Matusalem è ancora prodotto seguendo la stessa tradizione cubana che viene preservata dalla quinta generazione della famiglia proprietaria.
Matusalem sembra fosse il rum più desiderato durante la Golden Age di Cuba, un’icona di quell’epoca. E oggi punta sulle Gran Reserva (15 e 23) oltre che sul Sublime Limited Edition, un rum unico creato per celebrare il 150 anni del marchio. La famiglia Álvarez ha meticolosamente selezionato le loro botti più antiche per creare una miscela irripetibile, che cattura il ricordo dell’età d’oro di Santiago de Cuba.
Un richiamo al percorso di generazione in generazione, che porta in primo piano l’orgoglio di rimanere un’azienda familiare con focus sulla tradizione.
Ecco perché la global marketing e communications director, Lara Pac, sottolinea il legame con le radici di Marusalem nell’intervista a Spirito Autoctono.


Ron Matusalem compie 50 anni


Qual è il bilancio di questi primi 150 anni di storia e di successi di Matusalem? Qual è il segreto della longevità e soprattutto dell’attenzione del pubblico internazionale per i vostri prodotti?

«Celebrare 150 anni di storia significa molto per un marchio indipendente. È una questione di tradizione e patrimonio. Rivolgendo lo sguardo al passato è più semplice comprendere la nostra evoluzione e il nostro successo.
Ron Matusalem viene fondata nel 1872 a Santiago de Cuba. Il nome si riferisce a Matusalemme, il patriarca dell’Antico Testamento che si dice abbia vissuto per 969 anni, un riferimento perfetto per il sistema di invecchiamento adottato per il nostro rum. Pionieri nell’utilizzo del sistema Solera per la produzione di rum a Cuba, i fondatori di Matusalem hanno portato sul mercato un distillato più morbido e di qualità altissima. È stato l’inizio di un sogno che nel 2022 ha celebrato 150 anni.
Dal 1930 al 1950 la reputazione di Matusalem è cresciuta in tutto il mondo. Erano gli anni d’oro di Cuba, meta di celebrità e trendsetter, ma poi la famiglia fu costretta a lasciare il paese e si trasferì a Miami. Negli anni ’90 Claudio Alvarez, quarta generazione della famiglia, insegue il sogno di far ripartire il marchio e Ron Matusalem viene rilanciato in Repubblica Dominicana, dove le condizioni climatiche e del suolo sono molto simili a quelle di Cuba.
Conosciuto come il “cognac dei rum”, Ron Matusalem è prodotto utilizzando una ricetta segreta, la stessa formula originale di Cuba e con gli stessi standard definiti dai fondatori. È questo il segreto della sua longevità.
Ora, la quinta generazione celebra questa storia e guarda ai prossimi 150 anni».


Uno scatto dalla cantina di Ron Matusalem
Uno scatto dalla cantina di Ron Matusalem

Avete nuovi progetti in cantiere?

«Sì assolutamente. Dopo il successo del lancio di Matusalem Sublime, super-limited edition nella categoria prestige plus, i nostri consumatori hanno iniziato a chiedere nuove uscite in questo segmento. È il risultato del lavoro che negli ultimi 6 anni abbiamo dedicato all’innovazione. E in effetti stiamo lavorando meticolosamente allo sviluppo del miglior processo di invecchiamento».

Parlando del mercato italiano, quali sono i numeri di Matusalem?

«Matusalem è presente in oltre 65 paesi e l’Italia è uno dei nostri primi cinque mercati su scala globale. Questo è un fatto davvero speciale per noi. A gennaio siamo stati indicati nell’Annual Report of Drinks International 2023 come quarto marchio top trending nel rum e come l’ottavo rum per vendite a livello mondiale. Abbiamo scalato posizioni nel Report dal 2021, passando dalla decima all’ottava posizione. E per un’azienda di rum indipendente (e familiare) come noi significa molto».

Qual è la vostra referenza più apprezzata e più acquistata in Italia?

«Il nostro rum più “ammirato” in Italia è Matusalem Gran Reserva 15. È l’icona Matusalem, il nostro rum originale dal 1872 che mantiene la stessa ricetta segreta creata dalla famiglia fondatrice di Matusalem. È amato per i sentori di legno, secco e burroso allo stesso tempo. La complessità e la morbidezza ne fanno un rum perfetto per essere gustato liscio o in grandi abbinamenti e cocktail».


Una bottiglia di Matusalem Gran Reserva
Una bottiglia di Matusalem Gran Reserva

Quali nuovi progetti state pianificando sul mercato italiano?

«Il nostro obiettivo è invitare sempre più amanti del rum in Italia a scoprire Matusalem Gran Reserva 23, la massima espressione del nostro sistema di invecchiamento Solera. È il nostro rum invecchiato ultra-premium, dedicato ai palati sofisticati. Assolutamente fantastico».

Qual è il rapporto tra le vostre referenze e la mixology?

«Supportiamo la comunità dei barman da molti anni. Dal 2019 siamo il marchio ufficiale rum dei World 50 Best Bars, Asia 50 Best Bars e North America´s 50 Best Bars, i più importanti riconoscimenti nel settore. Matusalem crede che la creatività, la professionalità e l’eccellenza della comunità dei bartender possa offrire esperienze fantastiche ai consumatori. Crediamo che la mixology sia “gastronomia liquida” e la gastronomia di alto livello fa parte del nostro Dna.
Per supportare e per offrire il meglio dei nostri rum ai mixologist di tutto il mondo collaboriamo con Foodpairing, un importante laboratorio in Belgio che analizza i nostri rum e ne determina la compatibilità con 10mila ingredienti alimentari a livello molecolare. Il risultato è un report specifico che indica gli abbinamenti perfetti per i nostri rum, aiutando bartender e chef a creare eccezionali cocktail e abbinamenti gastronomici. Dal 2022 Matusalem sostiene anche il premio The Best Chef Awards».


Due calici di Ron Matusalem, che celebra 150 anni


Il brand ha un posizionamento più consolidato in horeca o nel retail?

«C’è un bilanciamento (positivo) tra i due canali, probabilmente legato alla forte e duratura connessione tra i consumatori italiani e il brand».

Qual è la percezione del mercato italiano e del mercato europeo da oltreoceano?

«L’Europa è un importante punto di riferimento a livello globale per la conoscenza dei processi di invecchiamento – come gli spirits maltati o il cognac – dai quali Matusalem è stata originariamente ispirata. D’altro canto, l’Italia è invece la culla dei migliori bartender al mondo».

Le crisi internazionali stanno creando difficoltà per voi?

«È tempo di volatilità, legata all’instabilità attuale. Questo significa difficoltà a pianificare la produzione o programmare le vendite in ogni paese. Grazie agli importanti investimenti sugli impianti di produzione e a una strategia efficace di comunicazione globale, siamo riusciti a garantire forniture regolari senza grandi problemi».

Dopo qualche divagazione tra Nietzsche e Wittgenstein, è tornato a Epicuro. E così scrive di vino, sapori e spirits, di viaggi, di teatro e danza. Veneziano, fa base a Praga. Ama il whisky scozzese e le Dolomiti.

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