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Cinquanta Spirito Italiano, la vittoria del bar italiano

Si chiama Cinquanta Spirito Italiano ed è la rappresentazione moderna (quasi futuristica) del bar italiano di quartiere. Ma non di un quartiere qualunque. In una città come Pagani (provincia di Salerno in Campania), non particolarmente accattivante e più volte balzata ai fatti di cronaca per vicissitudini criminali, una coppia virtuosa ha deciso di scommetterci su.

Dove probabilmente la maggior parte dei volenterosi mai avrebbe investito, il duo Natale Palmieri e Alfonso Califano ha fatto tombola. Proprio lì sarebbe dovuta nascere l’ennesima banca, poi non costruita lasciando lo spazio in abbandono e trasformandolo in una piazza di spaccio, oggi ci sono musica, solarità e un cocktail bar che sfama e disseta da mattina a sera: Cinquanta Spirito Italiano. Un locale nato concettualmente prima della pandemia, praticamente nel 2021.


Alfonso Califano e Natale Palmieri
Alfonso Califano e Natale Palmieri (ph. Gaetano del Mauro)

In posizione strategica da richiamare un’ampia utenza, dal Salernitano fino al Napoletano, questo avveniristico cocktail bar ha fatto della proposta trasversale, di una folta giovane squadra e della qualità, il suo punto di forza ormai riconosciuto e apprezzato da una clientela eterogenea, che qui arriva per aperitivo, pranzo e cena, after dinner con musica e festa nell’ampio spazio esterno. Ma nulla sarebbe senza il continuo rinnovamento della proposta che sempre incuriosisce proponendo un’offerta di forte appeal.


L'interno di Cinquanta Spirito Italiano
L’interno di Cinquanta Spirito Italiano (ph. Gaetano Del Mauro)

Le drink list di 50 Spirito Italiano

Proprio a di inizio primavera è stata presentata la terza drink list, un nuovo capitolo fatto di studio e racconto che porta con sé non solo nuove ricette ma una maggiore consapevolezza e crescita di una famiglia che tanto ci crede e che è in grado di progettare e stupire. «Il nostro menù cambia ogni volta che abbiamo nuove storie da raccontare e quando il nostro team sente l’esigenza di concentrarsi su un nuovo argomento. Con la prima drink-list abbiamo narrato gli anni ’50 per entrare nel mood del locale e spiegarne il suo concept – comparivano 15 storie di quegli anni come la nascita del “13” al totocalcio o il mondo Barbie ispirato ad alcuni modelli di donna nel segno dell’emancipazione – con la seconda drink-list abbiamo spostato l’attenzione sulle feste e i riti, che hanno trasformato il singolo in parte attiva di una comunità – un inno ai momenti di aggregazione, allo stare insieme in reazione alla pandemia -. Ora è giunto il momento di parlare dell’unica cosa che ci interessa veramente: lo “spirito liquido”. Vogliamo parlare dei drink, delle loro storie, da dove vengono e perché sono arrivati fin qui, ma soprattutto vogliamo parlare delle persone dietro quei cocktail», racconta Natale Palmieri, general manager del Cinquanta – Spirito Italiano, classificatosi al secondo posto della World Class Italy nel 2022.


Il banco bar di Cinquanta Spirito Italiano
Il banco bar di Cinquanta Spirito Italiano (ph. Gaetano Del Mauro)

Ecco quindi che si ritorna ufficialmente all’essenza della mixology con l’ultima drink list “Spirito Liquido”, interamente incentrata sull’essenza del cocktail bar, ovvero la miscelazione dei liquidi.
«Il lavoro collettivo dell’intero team, a due anni esatti dall’apertura, ci ha consegnato un menu maturo, frutto dei nostri viaggi e delle influenze della miscelazione internazionale. In questa lista abbiamo incluso i drink che hanno fatto la storia e che sono stati poi dimenticati, ma anche classici più moderni rivisitati secondo il nostro stile. Infine, abbiamo creato alcune nostre originali interpretazioni sul tema liquido», spiega Alfonso Califano, l’altra colonna su cui si poggia il progetto “Cinquanta”.

“Spirito Liquido”

La nuova proposta si articola in quattro sezioni. I “Classici Dimenticati”, ricette in disuso che ruotano ogni 3-4 mesi dove il bar manager Matteo Pocai ha voluto recuperare l’anima di questi drink con eventuali variazioni come il Knickerbocker in cui si è deciso di rivedere la versione originale, citata per la prima volta nella Jerry Thomas Bartenders Guide del 1862, con un tocco “royal” in cui alla ricetta che prevede l’uso di Santa Teresa 1796 rum, orange curaçao, lamponi e lime, è stato aggiunto dello champagne. Ci sono poi i “Classici a Modo Nostro” dove identità e firma hanno un guizzo nel Negroni Storico (Tanqueray Ten gin, Mancino vermouth Kopi, cacao e amarena), i “Per Niente Classici” dallo stile internazionale con variazioni sul tema (vedi latte e menta) ma senza dimenticare le forti radici della squadra campana come la Sangria Partenopea che reinterpreta il binomio tra sangria ed il vino con la percoca (pesca) e infine una
piccola se(le)zione speciale di “Spiriti lussuosi”, prodotti rari e di pregio con cui vengono realizzati tre drink.


La Sangria Partenopea
La Sangria Partenopea (ph. Serena Pepe)

Da tener ben presente anche l’offerta senza alcool; la sezione dei cocktail analcolici, denominata appunto “Senza Spirito”, è stata curata nei minimi dettagli ed è possibile gustare, tra gli altri, anche un Negroni Zero miscelato con Tanqueray 0.0, Martini Vibrante e Conviv Rosso. «I cocktail analcolici sono un trend molto importante ma ciò che ci ha spinto a creare ben quattro analcolici non è stata la componente commerciale, bensì quella sociale, volevamo che nessuno al Cinquanta si sentisse escluso», raccontano i ragazzi.


Il Negroni Zero
Il Negroni Zero (ph. Serena Pepe)

Valore aggiunto, la possibilità di gustare i nuovi cocktail abbinandoli al menu di pranzo e cena di Cinquanta Spirito Italiano, ma per questo dovrete arrivare a Pagani.

Un nuovo capitolo di una storia che è ancora alle sue prime pagine ma che con molta certezza darà al mondo del bar un grande romanzo.

Giornalista nato in Abruzzo e vissuto a Chieti finchè non ha ricevuto la “chiamata”: subito dopo il diploma infatti, comincia il percorso nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che lo ha poi portato a ciò che è oggi, un gastronomo. Specializzato nella cucina (e non solo) dell’America Latina, vive a Milano e conduce il suo programma televisivo “Mangio Tutto Tranne” su Gambero Rosso Channel.

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