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Firenze “città aperta”, da scoprire con gusto

Antica eppure giovane. Internazionale per storia e vocazione, eppure quasi paesana nella vita che scorre tra le piazze e le strade dei quartieri centrali. Firenze è una città aperta eppure riservata, anche nella proposta enogastronomica. Proprio questa sua anima fusion fa convivere il panino col lampredotto e il fine dining, la cucina etnica con l’immancabile bistecca alla fiorentina. C’è da sbizzarrirsi, dal fine dining in un contesto mixology alla tradizione cinese, dal lampredotto al whisky, passando per il ramen e il caffè specialty.

Ecco allora una variegata carrellata di spunti per chi volesse scoprire i diversi frammenti del carattere gastronomico e dell’offerta mixology di Firenze, che in questi giorni si arricchisce con una serie di eventi a cura di Blue Blazer.



Giardino 25

Nel cuore della Firenze istituzionale, occupando le sale del trecentesco Palazzo della Mercanzia che domina Piazza della Signoria, Giardino 25 è il primo caffè e cocktail bar della maison Gucci. Pensato come spazio creativo e multidisciplinare, trae ispirazione dallo storico fioraio che una volta occupava gli spazi, mescolando una allure francese ad un carattere estetico dal marchio fiorentino. Il cocktail bar è affidato a Martina Bonci (ne avevamo parlato in questo articolo), che ha voluto dedicare la medesima attenzione alla drink list alcolica e analcolica. Ai cocktail si possono abbinare piatti veloci e leggeri per pranzo e cena, preparati dalla cucina mescolando la stagionalità della campagna toscana a curiose ispirazioni internazionali.

Secondo Blue Blazer, non potete mancare il Queen Bee – Michter’s bourbon infuso alla banana, Vodka Altamura infusa al mango, propoli in soluzione alcolica, sciroppo di miele, limone, milk washing yogurt all’ananas home made. Sabato 22 alle 19:00, vi aspetta qui Valentino Longo con le sue creazioni liquide.



Four Seasons Hotel Firenze – Atrium Bar

Entrare al Four Seasons è come scoprire un’isola dentro la città di Firenze. Il Palagio è il ristorante (stella Michelin, ne avevamo parlato anche in questo articolo) guidato dallo chef Paolo Lavezzini, che dopo esperienze in Italia e all’estero è approdato nel capoluogo toscano, portando in tavola piatti della tradizione, arricchiti con un tocco contemporaneo. Se ad un pasto strutturato si preferisce una pausa sfiziosa o uno svago a tarda sera, Atrium Bar è lo spazio raffinato in cui farsi sedurre da un caffè o da uno dei cocktail preparati con attenzione ai desideri del cliente da Edoardo Sandri, mixologist che si dedica all’utilizzo di ingredienti originali per creare drink che vogliono sorprendere.

Tra i drink da provare, Blue Blazer consiglia il Plamboni – Campari Ridistillato, Mancino Ambrato, Plamb, Suze – con passaggio in anfora 7 giorni.



Santa

Nato in piena pandemia dal desiderio di creare qualcosa di nuovo, Santa sta di casa nella meravigliosa piazza Santa Maria Novella, dove ogni giorno punta a stupire con classe. I cocktail sono studiati in ogni minimo dettaglio, così come i calici, che si fanno notare tra forme e colori.
Anche la cucina è da provare e riflette l’anima di Firenze, che oggi unisce storia e tradizione con un meltin pot di culture, influenze e idee di passaggio.

Il Dr Punch – Cognac, Silver Rum, Spiced Rum, Arrack, ananas, tè verde al Gelsomino, zucchero, succo di Lime, cordial ananas, chiodi di garofano, coriandolo, cannella, latte – è da provare secondo Blue Blazer, che domani 20 aprile, alle 19:00, firma qui l’appuntamento con il CopperBay di Parigi.


Il Santa cocktail bar a Firenze
Il Santa, cocktail bar a Firenze

Fiaschetteria Nuvoli

Un’osteria storica, di quelle da non perdere per trovare qualche local con cui scambiare due battute. Non ci sono piatti espressi, ma prodotti di territorio – dai salumi ai formaggi, dal lampredotto bollito con le verdure a qualche crostino coi fegatini – abbinati a una scelta da vinaio. Si può fermarsi per un bicchiere di rosso al bancone, pescando un uovo sodo dal recipiente – sul serio – oppure per una pasta al volo e due affettati accompagnati dai tradizionali sottolio. Esperienza rustica, ma piuttosto autentica… assicurano molti fiorentini.



Rasputin

Nascosto nel cuore del quartiere Santo Spirito, il Rasputin è un “bar segreto” – in stile speakeasy, ma con una taglio peculiare. Il campanello è poco visibile e la porta è nascosta, si scendono gli scalini e si entra in un universo dominato dal rosso alle pareti e negli arredi d’epoca, tra candele e stampe o dipinti alle pareti, musica retrò… e cocktailerie contemporanea. Il locale si ispira liberamente all’epoca del proibizionismo Usa degli anni ‘30 e il bar manager Daniele Cancellara (che abbiamo intervistato tempo fa) ne ha fatto un’istituzione, un luogo di culto del buon bere “da qualche parte” a Firenze. Per gli amanti del whisky e dei drink whisky-based è una tappa da non perdere.



Hotel Regency

In piazza D’Azeglio, che pur essendo nel centro storico di Firenze sembra vivere immersa in un’atmosfera più defilata, l’Hotel Regency è un buen retiro per chi ama le atmosfere raffinate di inizio Novecento con un’impronta molto toscana. Se l’aperitivo o il dopo cena posson diventare interessanti grazie alla mano delicata del barman e sommelier Massimo Perini (qui l’intervista di Spirito Autoctono), il ristorante propone agli ospiti dell’hotel come ai clienti esterni una cucina ricercata, che incrocia con classe la tradizione toscana. Niente eccessi, buona sostanza, accuratezza negli ingredienti.



Impressione Chongqing

Qualcuno la definisce una “bettola cinese per cinesi”, ma gli appassionati di cucina orientale garantiscono esperienze autentiche e senza filtri. Piccanti e caldissimi, i piatti di Chongqing ti mettono il fuoco addosso tra spezie e peperoncino. È la cucina del Sichuan, che i cinesi veri apprezzano tra i piccoli tavoli e le tovaglie di carta, ma che riserva all’avventore ingenuo esperienze brutalmente guizzanti. I connoisseur suggeriscono di non perdere i piatti a base di pesce, ma l’ingrediente vero di questo Sichuan è il maiale e ogni parte della bestia viene cucinata e servita in questo frammento di Cina atterrato nel quartiere San Lorenzo (via Sant’Antonino 34r), Firenze, Italia.



Manifattura

Lo avevamo già detto, la Manifattura è la casa della “miscuglieria ardimentosa” (si trova in questo articolo). La definizione ricorda le polibibite futuriste e in effetti qui la lingua italiana, anzi l’italianità ha un ruolo molto importante. Sì, perché la bottigliera è tutta tricolore e tutt’altro che scontata. È sufficiente scorrere la carta cocktail per farsi conquistare dai twist sul Negroni ai signature fino agli analcolici. L’idioma comune è l’italiano in tutte le inflessioni regionali, tra vermutte (alla toscana) e amari, bitter, gin e infusi di ogni genere. Basta sedersi in questo locale dall’atmosfera retrò e lasciarsi trasportare.



Banki ramen

Sushi all you can eat? anche no. Se volete trovare un senso a questa cucina nipponica, che in Italia – troppo spesso – un senso non ce l’ha, l’indirizzo è via dei Banchi, 14R, in zona Santa Maria Novella. Occhio all’orario, perché quando Banki è chiuso qui ci trovate il Bar Galli, per caffè e cornetto. All’ora di pranzo e di cena invece, si aprono le porte dello “speakeasy del ramen”. Niente paura, chi non ha voglia di usare le bacchette potrà tranquillamente optare per le proposte italiane in menù, perché qui le culture non si escludono, ma si incontrano.



Paszkowski

Il Paszkowski è Paszkowski fin dai primi del Novecento – quando l’omonima famiglia lo ha rilevato. Uno dei locali più celebri della città, che ha assistito a tutto il corso dell’ultimo secolo e che è iscritto a pieno titolo tra i Locali Storici d’Italia. Qui si sono dati appuntamento artisti, scrittori e intellettuali e ancora ne passano tra i tavolini del “Caffè Concerto“, in piazza della Repubblica.

La mixology non è da meno e in questi giorni si alternano ospiti imperdibili al bancone per proporre creazioni tutte da scoprire. Tra i drink da provare, il Pure Purple – Mandorla Nardini e Grappa Extrafina Nardini, chutney homemade carota e mela, spremuta di limone fresco, yogurt alla vaniglia, Acqua di Cedro Nardini infusa al butterfly pea tea – e questa sera alle 18:30, Blue Blazer segnala l’appuntamento con il Moebius di Milano.


Il bancone cocktail del Paszkowski di Firenze
Il bancone del Paszkowski di Firenze

Thai Firenze

La cucina tailandese fatta come a casa (in Tailandia). Quando prende quella voglia irresistibile di sapori orientali, il massimo sarebbe trovare un ristorante autentico. L’idea alla base di Thai è proprio questa: prodotti freschi, una cucina casereccia e piatti che mettano in equilibrio il palato, tra salato, dolce, piccante e un pizzico di acidità. Non uscite senza aver provato gli involtini freschi, l’uovo croccante, Pad Thai e Tom Yam Kung – che in inverno scalda – Il Thai lo trovate in zona Rifredi in orario serale.



Mad – Souls & Spirits

La regola è “niente spritz”. Scordatevi il classico drink da aperitivo, del resto al Mad – Souls & Spirits, in Borgo San Frediano, difficilmente vi verrà voglia di ordinarne uno. E vi conviene lasciar fuori anche facce serie e rigidità, perché qui l’unica cosa seria sono i movimenti sapienti dei bartender. La carta cocktail gioca di provocazione attraverso i nomi e non lascia neanche tanto spazio alle allusioni – vedi Puttantour, Break-fist at Tiffany’s e tanti altri -, ma tra variazioni sui grandi classici e signature si trovano ottime sorprese.

Tra i calici da provare secondo Blue Blazer, il Figli delle Staller – Mad Spirits Mandarino e Rabarbaro, Rye whiskey, Ancho reyes, cordiale neutro, foglie di salvia – e venerdì 21 ore 22.00 trovate al bancone il Depero, direttamente da Rieti.



Floreal in San Frediano

Cocktail & Oyster Bar, serve aggiungere altro? Sì, ad esempio il fatto che oltre ai cocktail c’è una buona carta distillati – per chi volesse, pure vino e soft drink -, oppure due parole sull’ambiente, vivace, colorato, disteso. Tra un cocktail e l’altro – i fiori sono il fil rouge – si può scegliere tra diverse proposte di appetizer e piccole specialità per giocare agli abbinamenti o semplicemente spezzare quella voglia di qualcosa di buono. Da provare.



Gilli

Si chiude con un classico che più classico non si può. Gilli, il caffè più longevo di Firenze – altro Locale Storico del capoluogo toscano – ha qui le sue radici da 270 anni e tramanda una tradizione dolciaria antica e rinomata in uno dei più bei locali liberty della città.
Oggi tra torte, pasticcini e praline, trovano spazio un raffinato ristorante e anche una carta distillati e una lista cocktail importanti, che non mancano di stupire con attenzione e ricerca, ispirati dall’ingegno del bar manager Luca Manni (di cui avevamo parlato anche in questo articolo).

Blue Blazer consiglia di provare il Ludopile23, con Gin PiùCinque, Bitter Chinato Nardini, sciroppo di zucchero homemade, spremuta di limone fresco e Soda del Conte homemade on top.


Il Caffè Gilli di Firenze


 

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

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