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Gin Tonic, comme il faut

Dopo il bestiario delle fake news, una guida pratica per preparare il Gin Tonic perfetto

Dopo aver passato in rassegna le cose più strane che si sentono dire sul drink del momento, possiamo passare agli accorgimenti principali per un Gin Tonic perfetto.

Gli ingredienti sono tre, più la guarnizione: gin, acqua tonica e ghiaccio.

Le istruzioni per il Gin Tonic perfetto

Per un risultato ottimale i cubetti di ghiaccio devono essere grandi (dai 50g in su) e pieni. Con essi bisogna riempire tutto il bicchiere, così da mantenere a lungo la giusta temperatura limitando la diluizione del drink.

Spesso ci si chiede quale tonica utilizzare, ma la realtà è che – a parte per alcuni gin con aromatizzazioni molto particolari – l’unica regola è il proprio gusto personale. Se la sensazione di amaro della tonica vi piace, allora una Indian o una Dry Bitter andranno benissimo, altrimenti potete scegliere una Mediterranean. Per un Gin Tonic classico, il consiglio è di evitare quelle aromatizzate: talvolta sono consigliate dai brand stessi, in quel caso rispondono alla ricerca di un gusto specifico, ma altrimenti fate attenzione, sempre che non vogliate lanciarvi in una gara tra solisti.

Anche sul gin da scegliere non c’è regola, se non quella di seguire il proprio gusto personale – vorrete mica bere un gin che non vi piace?!

E il rapporto gin/tonica? Ecco, qui c’è dibattito, però è garantito che il risultato migliore lo si ottiene evitando il fantomatico “schifo da discoteca anni ‘90”, che prevedeva – e in molti nostalgici casi, ahi noi, prevede ancora – un rapporto di 1:2, addirittura 1:1 se vi va male. Per andare sul sicuro – e salvarci papille e serata – ci si può attenere alla regola generica del rapporto 1:4 (per esempio 50ml, massimo 60ml, di gin e 200ml di tonica). Ma con gin delicati o leggeri va benissimo anche un rapporto 1:3 – abbiamo detto leggeri, non prendetela come una scusa. Il jigger (o misurino) esiste e se ne trovano di economici, quindi il consiglio è di non andare ad occhio, anche se siete esperti, ma di misurare la dose. Basta un attimo.



Garnish, assonanze e contrasti

Infine, il garnish. Poco, commestibile e pensato per esaltare determinate caratteristiche del gin che si sta utilizzando. Tutto qua. Ad esempio, con gin classici dal ginepro predominante una scorza di agrume va sempre bene.

Se invece volete studiare degli abbinamenti in base al gin – attenzione quindi, perché dovete conoscerne la composizione – sappiate che si può lavorare per assonanza o per contrasto, non diversamente da come si procede in cucina creando un piatto. L’assonanza è semplice. Utilizzando un gin che ha sentori di frutti di bosco, ad esempio, si sceglieranno more e mirtilli come garnish. Più difficile è procedere per contrasto, perché il bilanciamento farà la differenza, ma è possibile. Ad esempio, con un gin dalle note piccanti possiamo creare un contrasto utilizzando garnish dai sentori dolci. L’importante è stare attenti a non coprire i sentori del gin.

Un consiglio? La moderazione nella quantità, soprattutto se si usano elementi dal gusto e dagli aromi molto intensi, come agrumi di qualità, cetriolo o anice (tra i trend del garnish c’è anche quello che vede l’utilizzo dei fiori, ecco un articolo per approfondire il tema).



Tecnica e… ghiaccio

Concludiamo con la tecnica. Un trucco utile è utilizzare un bicchiere che è stato raffreddato. In questo si mette il ghiaccio, poi il gin e infine si versa lentamente la tonica evitando di sgasarla. Si aggiunge il garnish e si mescola con delicatezza, con leggeri movimenti dall’alto al basso assieme a un lento movimento rotatorio. Se è necessario, si può aggiungere altro ghiaccio.

Il ghiaccio è il vero segreto per un miglior risultato nella preparazione del Gin Tonic. Assicuratevi che sia idoneo (e pulito), oltre che abbondante.



 

Ha cominciato a scrivere di distillati nel 2014 con la fondazione del portale ilGin.it, punto di riferimento italiano per il mondo del gin. Con i suoi due soci ha anche fondato GinShop.it, primo e-commerce italiano vincitore di Icons of Gin. Negli anni ha recensito migliaia di gin, svolto consulenze per produttori di distillati, scritto per riviste internazionali ed è giudice di diverse competizioni mondiali di spirits in UK e Stati Uniti.

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