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Gin Tonic, le fake news e le tipologie di gin da conoscere

Un bestiario di dicerie e falsi miti su uno dei drink più pop del momento e una mini-guida pratica alle tipologie – quelle vere – di gin

Sono ormai più di dieci anni che il Gin Tonic ha cambiato forma, diventando uno dei drink più in voga nel mondo e di cui sentiamo parlare un po’ ovunque. Eppure, ancora adesso, si leggono castronerie e fraintendimenti, riguardo le quali è il caso di fare qualche precisazione.



Bestiario: tutte le fake news a cui non credere sul Gin Tonic

Si comincia con una conferma, ovvero che il Gin Tonic sia un drink mediamente meno calorico della maggior parte degli altri. Se correttamente calibrato nei dosaggi – stay tuned, seguirà un articolo dettagliato – è un drink relativamente leggero. E ora, venghino signori venghino, si parte con il tour delle cose più strane in cui ci si può imbattere sul web e non solo.

Malgrado si trovino titoloni click bait al riguardo, il Gin Tonic non è una cura contro le allergie, questo è falso. Semplicemente, non contiene allergeni che possano peggiorare i sintomi delle tipiche allergie primaverili, al contrario di vino o birra. Ma in giro se ne vedono di tutte, può capitare addirittura di leggere che il Gin Tonic sia il drink preferito dagli psicopatici, “lo dice la scienza”… mah, quella delle merendine forse.

Poi c’è la questione del bicchiere di preferenza: sarebbe il tumbler e il “calice” solo una moda. Il bicchiere di preferenza è quello abbastanza capiente da contenere molto ghiaccio in cubetti grandi – fondamentale per un ottimo Gin Tonic, come vedremo in seguito – la dose di gin e quella di tonica. Ah, e quando vi consegnano bicchiere con ghiaccio e gin, e bottiglietta a parte, il contenuto nel bicchiere dovrebbe starci tutto. La scelta della copa de Balón (o coppa balloon) non è dovuta tanto alla moda, di per sé sdoganata dagli spagnoli – e che ha comunque restituito il meritato lustro a un cocktail da tutti poco considerato – quanto a motivi pratici. Si tratta infatti di un recipiente capiente, in grado di contenere la giusta quantità degli ingredienti e in questo modo il gin tonic mantiene l’equilibrio termico per il tempo necessario alla bevuta senza annacquarsi eccessivamente, un effetto facilitato anche dalla presenza dello stelo.

Infine, sempre più spesso si legge degli effetti collaterali del chinino, utilizzato nell’acqua tonica per la sua specifica nota amaricante. Questi effetti riguardano il principio attivo utilizzato nei medicinali, se ci riferiamo alla quantità presente nell’acqua tonica non c’è alcun pericolo, neanche se ne bevessimo a litri.



Le tipologie di gin, una volta per tutte

Il gin ha una definizione piuttosto vaga: deve avere una gradazione minima del 37,5% e deve contenere il ginepro comune come aromatizzazione. Oltre al ginepro si può usare qualunque altro ingrediente aromatizzante – e non solo elementi vegetali.

Esistono moltissimi modi diversi per creare un gin e sono tutti validi, quindi limitiamoci solo a specificare cosa significano le più comuni diciture. “Dry” vuol dire semplicemente che non ci sono zuccheri aggiunti o comunque in percentuale bassissima. Al contrario “Old Tom” vuol dire che vengono aggiunti dolcificanti come zuccheri o miele o botaniche dai sentori dolci. “Navy Strength” – la h va dopo la t, ndr – significa che la gradazione è superiore al 57% vol. “Compound” significa che gli ingredienti vengono lavorati singolarmente o a gruppi, distillando oppure infondendo o macerando in soluzione idroalcolica, poi le lavorazioni vengono unite.

Erroneamente c’è chi pensa che un “London Dry Gin” sia più nobile, in realtà non è determinante per la qualità del risultato finale. Questa è l’unica dicitura che fa riferimento a un metodo di produzione – sicuramente non a un’origine geografica – gli ingredienti sono distillati in alambicco con ginepro e al risultato finale non possono essere aggiunti ulteriori aromatizzanti, ma solo l’acqua o l’alcol neutro necessari a raggiungere il grado alcolico desiderato. Un London Gin può essere distillato con qualunque ingrediente oltre al ginepro, perciò, anche se di solito si pensa che si avrà a che fare con un gin “classico”, cioè con sentore di ginepro predominante, in realtà oggi ciò non è necessariamente vero.

Infine, con “Distilled Gin” o gin distillato si intende un gin prodotto con metodo “London”, nel quale però, dopo la distillazione, vengono aggiunti o infusi ulteriori aromatizzanti.

Non finisce qui, presto lo spiegone su come si fa il Gin Tonic.


Il gin di Roby Marton
Il gin di Roby Marton

 

Ha cominciato a scrivere di distillati nel 2014 con la fondazione del portale ilGin.it, punto di riferimento italiano per il mondo del gin. Con i suoi due soci ha anche fondato GinShop.it, primo e-commerce italiano vincitore di Icons of Gin. Negli anni ha recensito migliaia di gin, svolto consulenze per produttori di distillati, scritto per riviste internazionali ed è giudice di diverse competizioni mondiali di spirits in UK e Stati Uniti.

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