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SVERGOGNATA, LA NUOVA VODKA MADE IN PUGLIA FIRMATA PANEGOS

È la nuova creatura di Angelo Panegos, da bere miscelata o liscia, comunque perfetta per riscrivere la storia dei distillati che da Trinitapoli guardano il Gargano. Si chiama Svergognata ed è già pronta a far parlare di sé.

Chi dice Angelo Panegos dice Disonesto, proprio come sua nonna amava definirlo così da piccolo. No, non si tratta solo di un affettuoso modo di dire delle nonne pugliesi, ma del gin che ha già fatto il giro d’Italia e conquistato i cuori dei gin addicted. Il distillato, ormai marchio di fabbrica di Panegos & co. Distillerie, non è più solo perché sta arrivando una novità made in Puglia. Si chiama Svergognata ed è una vodka diversa dalle altre in stile italiano.

È la nuova creatura di Angelo Panegos, da bere miscelata o liscia, comunque perfetta per riscrivere la storia dei distillati che da Trinitapoli guardano il Gargano. Di lei si sa ancora molto poco ed è per questo che indagare è doveroso.

E chi meglio del suo papà potrebbe narrare le prossime gesta di questo distillato?

Un po’ di Veneto in Puglia

Panegos non torna come nome pugliese ed è già il primo passo per scoprire una storia proprio diversa dalle altre. È quella di un’immigrazione al contrario che negli anni Trenta ha portato la famiglia Panegos dal Veneto in Puglia, precisamente nel borgo di Santa Chiara, frazione a pochi passi da Trinitapoli (BT). È qui che piazzando un alambicco – quello del nonno di Angelo – inizia una nuova storia che fa i suoi famosi giri immensi, ma poi ritorna sempre. Dal farsi in casa la grappa fino a creare un’idea diversa di distillato sono passati diversi anni. Angelo, che con questi alcolici ha sempre avuto un certo feeling, ha deciso – previa doverosa formazione – di farne un mestiere. Ed ecco che dalla tradizione di famiglia viene fuori una nuova idea: quella di fare distillazione. Panegos & co. Distillerie nasce nel 2020, con un lockdown incombente che ne ha rallentato l’ascesa, arrivata solo un anno dopo con il suo Disonesto, il gin che in tutte le sue declinazioni si è fatto notare piacevolmente.

Ma in un’epoca in cui anche il gin è diventato un prodotto inflazionato qual è la parola d’ordine per non finire nel “mucchio”? Diversificare, ecco come Angelo ha iniziato a pensare alla sua versione di vodka «Il mercato del gin inizia a saturarsi, ci sono più brand che prodotti e i produttori sembrano essere sempre meno rispetto alle etichette, facendo due conti mi rendo conto che qualcosa non torna. La Svergognata nasce proprio per questo, per portare sul mercato qualcosa di nuovo e di diverso rispetto a ciò che già esiste».



Angelo Panegos

Ma una vodka pugliese è possibile?

Certo e la zona del Tavoliere, di cui Trinitapoli è parte, annovera sconfinati campi di grano che la caratterizzano come granaio d’Italia. Partendo da qui si comprende quanto la materia prima identifichi il prodotto come che un chilometro zero. Questo vantaggio si unisce all’arte della distillazione del Nord Italia, patrimonio che, secondo Angelo, sembra essere poco coltivato e, molto spesso, sottovalutato. Basti pensare che molte delle aziende vitivinicole pugliesi mandano le loro vinacce verso le distillerie venete o trentine per poi etichettarle in casa come grappa. Passaggi, ormai non più sostenibili e che rendono quasi necessaria l’idea della distillazione in loco. Forte di questa idea Angelo va ad azzerare ogni passaggio e racconta uno spaccato diverso dai classici cliché, non sottovalutando il concetto di terroir che, anche nella distillazione, ha il suo perché.

Ma quali sono le caratteristiche da esaltare con la vodka pugliese? A questa domanda Angelo risponde così «La materia prima cerealitica c’è, quindi si procede con una distillazione dell’alcol da cereali a 96 gradi in modo da ottenere una base neutra a cui seguono altre distillazioni. L’obiettivo è avere un prodotto che abbia note quasi dolci, come quelle piacevoli del cacao, con una morbidezza e rotondità che rende godibile il prodotto. Il nostro obiettivo è proprio raggiungere queste caratteristiche e posso dire che ora abbiamo la ricetta vincente».

A rendere possibile tutto questo sono anche i mezzi, un dettaglio da non sottovalutare per Angelo che ha puntato tutto sull’avanguardia, quindi un alambicco Muller è complice, anche stavolta, di una vodka piacevole meno rude o spigolosa, proprio come quelle della lontana tradizione.



Lo staff Panegos & co.

Come si beve la vodka di Puglia

La vodka funziona con pairing di ogni genere, però occhio al territorio perché potrebbero venire fuori idee interessanti. Angelo vede il suo nuovo distillato adatto per la miscelazione o anche liscio. A questo punto viene naturale chiedersi se liscia può accompagnare un pasto completo, come succede altrove e si, si potrebbe secondo Angelo. Ma qual è la sorpresa? Ci potrebbe essere un piatto, magari pugliese, in grado di farsi accompagnare da questa Svergognata? «Le iconiche orecchiette con le cime di rape, piatto amarognolo per eccellenza, sarebbero adatte per accompagnare da una vodka dal gusto delicato ma non troppo».

Un pairing a tutto territorio in grado di funzionare. E per quanto riguarda la mixology che si fa? Ad Angelo, che ha mosso i primi passi nel mondo dei cocktail con il suo celebre Butterfly Cafè a Trinitapoli, abbiamo chiesto un’idea di drink “svergognato” «Noi partiamo sempre dal distillato per berlo in purezza, a questo si aggiunge la mixology, una parte importante da cui non si prescinde. Noi forniamo un distillato di qualità, quindi sta ai barman capire come esaltarne i tratti principali. Ci vedrei bene un essenziale vodka tonic, ma lascio ampio margine alla creatività dei bartender».

Ma quando sarà possibile assaggiare la vodka firmata Panegos & co. Distillerie? Se la Svergognata è già pronta, mancano ancora le classiche operazioni commerciali che definiranno il nuovo prodotto. Certamente dati essenziali in grado di contribuire al lancio di un prodotto diverso dal solito. Angelo spera di essere in commercio con la vodka a giugno. Restiamo in attesa.

 

Serena Leo, piacere! Pugliese Docg, giurista per caso e storyteller per vocazione. Focalizzata su dettagli e sfumature, soprattutto quando si parla di enogastronomia, inizia a raccontare il mondo del vino con grande attenzione per la sua terra, partendo proprio dalle radici grazie a Wineroots.it. Segni particolari: calice pieno tra le mani, amante di distillati insoliti e introvabili. È costantemente alla ricerca di aneddoti che arricchiscano il piacere del buon bere, e perché no, del buon mangiare. L’imperativo categorico? Il bicchiere della staffa deve essere incredibile.

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