/

Tra colori e gusto atlantico, 5 cocktail bar da scegliere a Buenos Aires

“To drink list” da un città in crescita, dove i giovani bartender stanno scrivendo il nuovo percorso della miscelazione argentina

Nonostante la bevanda più diffusa in Argentina sia il Fernet y Cola, anche erroneamente conosciuto come Fernandito – il drink originario di Cordoba viene chiamato così nel mondo ma non dagli argentini, e neanche Fernao o Fefè, tutti appellativi riferiti al Fernet – la scena della miscelazione è in notevole crescita e si concentra tutta nell’effervescente capitale Buenos Aires.

Molti dei locali sono situati nel dinamico quartiere Palermo, il cuore della città, dove a partire dal pomeriggio i porteños e i turisti si riversano per provare le creazioni dei cocktail bar più di tendenza. Freschi di prova empirica, di seguito alcuni dei banconi dove bisogna assolutamente sedere se si visita la città di Jorge Luis Borges.



La scultura Floralis Genérica di Eduardo Catalano, uno dei nuovi simboli della città

Floreria Atlántico

L’insegna più famosa d’Argentina ha appena compiuto dieci anni. Un luogo di culto, di incontri, una famiglia, un cocktail bar. Entrerete per comprare una buona bottiglia e dei fiori per la vostra bella ma vi ritroverete nel piano inferiore a condividere il pensiero liquido di Tato Giovannoni, il creatore di Floreria Atlántico e uomo di riferimento nella miscelazione mondiale. Cos’è che oggi rende speciale un bar? Il contenuto astratto: la fedeltà e l’amore di chi ci lavora, un obiettivo comune, la piacevolezza costante e diffusa, la cultura messa a disposizione di chi desidera conoscerla, una ciurma navigata che non ha paura di navigare. Qui è un gaudente viaggio, un racconto speciale che parte dall’Argentina e che si sposta senza limiti nel mondo, marinai e capitani insieme. L’ampio bancone che si estende in lunghezza può ospitare, insieme alle sedute poste sul lato opposto, fino ad un centinaio di persone e ogni giorno si registra il pienone di chi vuole assaggiare alcuni dei drink che lo hanno reso famoso: i diversi signature Negroni e l’altra ventina di ricette di un menù che cambia sovente in abbinamento alla proposta food (non così eclatante). In mancanza di Tato troverete sempre Gaston Sosa, primo ufficiale che quotidianamente guida impavido l’equipaggio di questo valido cocktail bar.
(Arroyo 872)



Tres Monos

Nella botte piccola c’è buona miscelazione. Un locale contenuto in dimensioni situato ad un incrocio di Calle Guatemala, in Palermo. Nato nel 2019 per mano di Sebastián Atienza e Charly Aguinsky, accoglie con la sua estetica punk, luci colorate diffuse, musica e servizio rilassato. La proposta verte su una miscelazione tra classico e innovativo con grande importanza verso la sostenibilità e i produttori locali. Braccio armato e onnipresente è la giovanissima Lucila Calichio di cui fidarsi dietro al banco e in sala.
Non mancano i progetti come La Uat Bar, un bar ambientato negli anni ’80 dell’Argentina o il ristorante Cacho Rotiseria dove mangiare buoni piatti abbinati a cocktail. Un bar molto argentino ed economicamente alla portata di tutti, al Tres Monos scorre l’energia del bar popolare che si mescola a quella di una miscelazione di ricerca resa fruibile per tutti.
(Guatemala 4899)



Cochinchina

Musica, futurismo, un cocktail bar high volume dislocato su due piani in grado di soddisfare tutti i gusti. Mani e testa sono della barlady Inés De Los Santos, al timone della squadra che miscela, e Juan Carlino che dalla cucina offre una valida proposta in abbinamento ai cocktail – al piano superiore è possibile cenare con un menu fisso abbinato a cinque drink –
Il luogo e il nome rimandano alla cultura franco-vietnamita, Concinchina era il nome con cui era conosciuta la regione meridionale del Vietnam. In un anno e mezzo è riuscito a posizionarsi come tappa fondamentale durante un tour porteño dedicato alla miscelazione. Qui si cerca di riunire i sapori dell’est e dell’ovest, non solo sensorialmente ma anche nell’architettura: l’ambientazione gioca con le controculture che rappresentano trame e paesaggi orientali con bagliori europei. A gestire quotidianamente la folta squadra c’è Santy Arudjian, giovane e promettente barman. Da provare il rinfrescante Jazmin Shanghai preparato con whisky giapponese, sake umeboshi e tè al gelsomino, perfetto per l’estate porteña da poco cominciata.
(Armenia 1540)



Pony Line

Ci si aspetta un classico bar d’hotel, anzi di un Four Seasons, ma non lo è. Totale informalità e arredamento moderno, il bar da tutti i giorni ideale per bere un drink con gli amici. La squadra è guidata dal bartender Manuel Menéndez che mira a rivisitare i classici con nuove tecniche e a rivalutare le materie prime locali. Le proposte in menu sono contraddistinte dalla semplicità di soli tre ingredienti scelti con cui vengono create: “Strawberry”, stile Martini ma più dolce con gin, rose e vermouth, “Pera” con Aperitivo e mela verde, Kinotos con rum, cacao e kombucha. Uno dei must da provare è il “It’s not another Bloody”, una rivisitazione del Bloody Mary con vodka, carota e barbecue, o il “Negroni Vigilante” con gin, vermouth rosso e Campari infuso con mele cotogne e groviera. Pony Line è famoso anche per i suoi speciali hamburgers.
(Posadas 1086)



Presidente

Entrerete in un posto speciale, uno splendido edificio d’epoca nelle strade cosmopolite del quartiere Recoleta, Presidente è il cocktail bar glamour di Buenos Aires, dove c’è tanto stile quanto sostanza. Un luminoso bar retroilluminato, i soffitti alti con lampadari pendenti, luci soffuse, melodie latine, il lungo banco bar, gli ampi specchi e tanta accoglienza. È l’unico bar degno di nota e non alberghiero nell’aristocratica zona della città e a capo c’è Seba García, nome di rilievo nel mondo della miscelazione porteña e nazionale. La proposta prevede drink molto innovativi ma il focus sui classici non manca: il “Entre las nubes“ con Gin, Cherry Brandy, liquore Strega e Arosmarino servito all’interno di una mongolfiera o il signature del locale, il “Buenos Aires Zoombie” servito all’interno di un bicchiere che raffigura un mini Obelisco (il monumento più importante della città) con blend di rum Bacardi, frutti tropicali, agrumi, assenzio, amaro ed esperidina, ne rappresentano due validi esempi. Presidente è un bar progressivo, si accende piano piano e nel cuore della notte sembra mettere tutti d’accordo accendendo un’atmosfera calda e coinvolgente. Per chi preferisce maggiore tranquillità, a disposizione La Biblioteca, il secondo bar (nascosto) ispirato alla Cuba degli anni ’30, dove gli appassionati di rum si sentiranno a casa. (Manuel Quintana 188)



 

Giornalista nato in Abruzzo e vissuto a Chieti finchè non ha ricevuto la “chiamata”: subito dopo il diploma infatti, comincia il percorso nell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo che lo ha poi portato a ciò che è oggi, un gastronomo. Specializzato nella cucina (e non solo) dell’America Latina, vive a Milano e conduce il suo programma televisivo “Mangio Tutto Tranne” su Gambero Rosso Channel.

Potrebbero interessarti