/

Usa, c’è un sorpasso a valore degli spirits sulla birra

Nel 2022 i ricavi dei fornitori di bevande spiritose raggiungono una quota di mercato del 42,1%, superando – seppur di pochissimo – la birra (41,9%). Lo rilevano per la prima volta i dati elaborati da DISCUS, ma la vera notizia è il boom dei premiscelati

È una percentuale minuscola, che però significa milioni di dollari, quello 0,2% in più guadagnato nel 2022 dagli spirits sulla birra in campo statunitense. Secondo quanto stimato dal Distilled Spirits Council of the United States (DISCUS), gli spirits infatti superano per la prima volta la birra in termini di ricavi per il settore – “supplier gross revenues”, si parla quindi di ricavi lordi all’ingrosso – andando a occupare una quota di mercato del 42,1%, pari a circa 37,58 miliardi di dollari, contro il 41,9% della birra, pari a 37,46 miliardi di dollari. E gli spirits continuano ad avanzare anche nei volumi, guadagnando nel 2022 una quota di mercato del 38,7% (oltre i 2,7 miliardi di litri).

Al di là del sorpasso però, ciò che salta agli occhi è la spropositata crescita dei premiscelati, per i quali DISCUS rileva un aumento rispetto al 2021 del 37,4% in termini di volumi (circa 452 milioni di litri) e del 35,8% in termini di ricavi per il settore.



Qualche specifica sui dati

Per prima cosa, è interessante notare come, sempre in termini di ricavi per il settore, le quote di mercato di birra e spirits abbiano un andamento praticamente inverso: diminuisce quella della birra (dal 56% del 1999 al 41,9% odierno) mentre cresce in maniera sostenuta quella degli spirits (dal 28,2% del 1999 al 42,1% di oggi). Sostanzialmente stabile, con qualche oscillazione, la quota di mercato del vino (15,8% nel 1999 e 16% nel 2022).

Se si vanno però ad osservare i dati relativi ai ricavi totali in dollari per categoria, la crescita vale per tutti – seppur a ritmi diversi – questo perché a crescere sono stati i ricavi generali di tutte le bevande alcoliche, passati dai 37,86 miliardi di dollari del 1999 agli 89,35 miliardi di dollari dello scorso anno. Un incremento che non si è mai arrestato – neanche negli anni più duri della pandemia. In questo scenario, gli spirits crescono di più rispetto alle altre categorie.

«Attenzione al consumatore, carattere innovativo, premiumizzazione e un impegno in grado di portare spirits, birra e vino a giocare ad armi pari, sia sul mercato che in ambito legislativo». Sono questi i principali elementi alla base della performance, secondo Chris Swonger, presidente e ceo di DISCUS.

Whisky in testa e boom dei premiscelati

A fare la parte del leone nel 2022, per quanto riguarda le tipologie di prodotti, il whisky – primo sia in termini di volumi (più di 700 milioni di litri) che di ricavi (oltre i 12,5 miliardi di dollari) – seguito dalla vodka – 7,2 miliardi di ricavi per un volume di poco inferiore (692 milioni di litri). Seguono i distillati a base di agave, terzi in classifica per ricavi con 6 miliardi di dollari, mentre in termini di volumi, il terzo posto spetta ai cocktail premiscelati, per cui si stimano circa 452 milioni di litri e le più alte percentuali di crescita rispetto al 2021: il 35,8% nei ricavi e il 37,4% in volumi. Da notare che, a fronte di volumi consistenti, i ricavi sono stimati sui 2,2 miliardi di dollari.
Più contenuta, seppur seconda nell’ordine, la crescita dei distillati di agave: 17,2% nei ricavi e 11,5% in volumi.

Tra le necessità evidenziate da DISCUS per il settore spirits statunitense, quella di aggiornare l’attuale legislazione sulla produzione di ready-to-drink a base spirits, che attualmente è ritenuta penalizzante secondo il 62% dei distillatori del Paese e che non equipara la categoria a quella dei ready-to-drink a base vino e birra.
Secondo i dati, l’86% dei RTD è costituito da bevande “malt-based” (tra cui birre aromatizzate e altre tipologie di prodotto), mentre gli “spirits-based” occupano il 13% della categoria.



 

 

Radici toscane tra Mugello e Chianti, adottata in Veneto tra ombre e bacari. Ha il naso sul vino da quando lo ha tolto dai libri (forse le cose si sono anche un po’ intrecciate…) e un passato tra voli intercontinentali, valigiate di bottiglie, Paesi asiatici e degustazioni. Diplomata Ais, approda alla comunicazione come ufficio stampa e poi nella redazione di VinoNews24.it. Viaggia, assaggia, scrive, ascolta molto e parla quando serve (svariate lingue).

Potrebbero interessarti