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Rossi d’Angera, ieri come oggi l’innovazione viene dall’esperienza

Tra storicità e slancio verso il futuro, il ritratto di un’azienda che conta su 170 anni di esperienza, guardando sempre avanti

Quella della distilleria Rossi d’Angera è una storia che inizia molto tempo fa e arriva ai giorni nostri. Spettatrice di alcuni dei principali momenti della storia contemporanea questa distilleria di Angera – piccolo borgo della provincia di Varese sulle rive meridionali del Lago Maggiore – ha saputo vedere e anticipare spesso le mode del bere distillati, affermandosi e conquistando sempre più il mercato e presentando la stessa immancabile qualità dei propri prodotti.



Spiegazioni tecniche del primo “Lambicco” della ditta Rossi, metà 1800

Oltre 170 anni di arte distillatoria

Era il 1847 quando il falegname Bernardo Rossi iniziò la produzione dei suoi distillati. In quell’anno ci fu un abbondante raccolto di uve e molti cittadini locali utilizzarono le eccedenze per produrre grappe e distillati; così fece anche Bernardo Rossi utilizzando poi delle botti da lui stesso costruite, che utilizzò per far riposare il distillato. A colpi di savoir faire in poco tempo di ampliò il commercio, facendo diventare la produzione di distillati la principale attività di famiglia.
Con il passare del tempo l’azienda passò in mano al figlio e ai nipoti di Bernardo, che con attenzione e dedizione la portarono avanti mantenendo i metodi artigianali del fondatore.
Negli anni in cui queste generazioni si susseguirono, l’Italia aveva attraversato ben due conflitti mondiali, e, nonostante ciò, la distilleria rimase sempre attiva. A testimonianza di come la passione per il proprio mestiere rimanga invariata al di là del tempo e delle avversità.



Bernardo Rossi accompagna il cardinale Giovanni Battista Montini – futuro papa Paolo VI – durante la visita ad Angera nel 1957

C’è un episodio, in particolare, nella storia di Rossi d’Angera fa da monito. Nel 1915, la Grande Guerra chiamò Arturo – nipote di Bernardo – alle armi, costringendolo così a lasciare la distilleria. La moglie Annetta Zingaro, prese quindi le redini dell’azienda, ma presto si sentì la mancanza della competenza di Arturo: Annetta non era in grado di distillare la grappa come sapeva fare il marito. In uno scambio epistolare, Annetta suggerì al marito di abbandonare la distillazione per qualche tempo, limitandosi semplicemente alla compravendita delle vinacce, ma Arturo non volle arrendersi e le inviò dal fronte una lunga lettera di istruzioni, un vademecum, per “la migliore distillazione”. Annetta riuscì a produrre la grappa necessaria per far fronte alla domanda del mercato e la “Arturo Rossi Distilleria” rimase aperta anche durante la guerra mantenendo vivo il proprio stile e la propria riconoscibilità.

Oggi, la Rossi d’Angera è portata avanti da Arturo – quinta generazione della famiglia Rossi – e da suo figlio Nicola, e rappresenta una delle storie più belle, appassionanti e incredibili di cui il mondo della distillazione del nostro paese può essere orgoglioso.



Arturo e Nicola Rossi, alla guida della distilleria

Una distilleria che vive presente e futuro

Da quando Bernardo Rossi iniziò a distillare e a sperimentare, tante cose sono cambiate. Ma una cosa che è rimasta certamente viva nel cuore dell’azienda in sei generazioni, è il mantenimento delle tradizioni e di quel bisogno costante di essere lungimiranti.
Avere una visione del presente permette di poter gettare le basi dei futuri passi e con coscienza capire in che modo poter sconvolgere, se necessario quelle stesse consapevolezze.

Infatti, come afferma lo stesso Arturo Rossi, «i fattori che oggi contraddistinguono questo settore, coinvolgono soprattutto le modalità di consumo. Un segnale in questo senso è la rapida ripresa post covid del settore horeca, più veloce di quanto ipotizzato. Questo perché il consumatore, a cui è stata negata per molto tempo la possibilità di ritrovo e di convivialità, oggi, quando esce di casa, manifesta il desiderio di vivere un’esperienza piuttosto che una mera occasione di consumo come in precedenza. Ne deriva, da parte nostra, un’attenzione maggiore nella creazione di prodotti che rispondono e risponderanno a questa necessità. La nostra lunga storia ed esperienza ci consentono di essere innovativi proprio nella sperimentazione e nella ricerca di quei prodotti che attirano le attenzioni degli appassionati di oggi».



La prima etichetta di Spitz, aperitivo alla genziana

Questa impostazione di idee e di lavoro ha permesso alla Rossi d’Angera, di arrivare a una produzione di oltre 150mila bottiglie mantenendo attiva e centrale la produzione di grappe e distillati e inserendo anche la produzione di gin, amari e liquori, alcuni dei quali sono dei veri e propri prodotti icona sulle tavole del quotidiano e sui banconi dei locali più di tendenza.

Inoltre, nella comprensione di quelle che sono le necessità del consumatore, c’è anche la forte necessità di rispondere alle esigenze di mantenimento di tutti i processi produttivi in chiave sostenibile. Anche il mondo dei distillati dopo tutto, come ogni altro settore è chiamato a sviluppare metodi produttivi che siano più tollerabili per l’ambiente e in merito a questo Arturo Rossi ci racconta che la sostenibilità per la Rossi d’Angera è da tempo la normalità: «Abbiamo sempre cercato di mettere la natura in bottiglia senza stranezze. Le grappe derivano dalla distillazione di vinacce umide di mosto di vino e la liquoristica deriva da infusioni e distillazioni idroalcoliche di piante, radici ed erbe, selezionate. Non usiamo additivi di nessun tipo e le lavorazioni sono effettuate solo con processi meccanici e/o manuali. Ultimamente, il mercato del vetro e carta/cartone sta proponendo contenitori riciclati di ottima fattura che hanno anche attirato la nostra attenzione già da qualche tempo. Stiamo verificando quindi la possibilità di ricercare in questo campo una buona parte di approvvigionamento di materiali».



I vermouth Style 31 in versione bianco e rosso

I prodotti di una lunga storia

Grappe, distillati, gin, amari, vermouth e liquori, tutti prodotti che in oltre 170 anni hanno definito l’identità dell’azienda Rossi d’Angera.

Le Grappe, figlie di ingredienti di qualità, tecniche di distillazione perfette e ingredienti del territorio, hanno certamente come rappresentante la Grappa Riserva Personale – 5 anni di invecchiamento. Viene prodotta con la stessa modalità e attenzione da oltre un secolo.

Ci sono poi i gin, che vengono realizzati ormai da sessant’anni. Nati come prodotti da aperitivo, oggi sono motivo di sviluppo per l’attività che ha rivisitato la ricetta di famiglia inserendo nuove botaniche e dando vita ai Gin Latitudine 45 e Gin Hemp.



Gin Latitude 45

C’è poi il Bitter, che marca il terreno in campo mixology e che con la sua ricetta storica – anch’essa legata alla storia della famiglia d’Angera – è oggi un prodotto apprezzato da un vasto numero di bartender, oltre agli amari e liquori anch’essi grandi protagonisti del mondo mixology e non solo.

Si arriva poi alla novità. In nome di una gamma prodotti più contemporanea e al passo con i tempi, la Rossi d’Angera ha ideato i Mixini. Il nome, fa sorridere ma è sicuramente molto evocativo per la descrizione del prodotto. Si tratta infatti di una linea “ready to drink” da 100cl con cocktail già pronti da bere. Quattro drink diversi ispirati al Negroni, il grande classico più famoso e longevo al mondo. C’è il Negroni Classico con Bitter, Vermouth Style.31 rosso e Gin latitudine 45, poi il Negroni d’Angera con Bitter, Spitz, Gin Latitudine 45 e infine il Mi.To di Angera con Bitter e Vermouth Style.31 Rosso.



Il Negroni ready to drink

Dopo il racconto inizia l’assaggio

Con tutto questo raccontare, alla fine, la curiosità ha avuto la meglio e siamo corsi all’assaggio del Gin Latitudine 45, Bitter, Stile.31 Vermouth Rosso, Il Negroni d’Angera e lo Spitz- Aperitivo alla Genziana.
Ecco la nostra impressione e degustazione.

Gin Latitudine 45
Con un nome ispirato alle coordinate del suo luogo di nascita, il Lago Maggiore, questo gin è un distillato di cereali, che insieme al ginepro vede in ricetta la presenza di altre dieci botaniche sempre del territorio. Ha un gusto classico e rotondo, al primo sorso il ginepro spicca per intensità seguito poi da note speziate, fresche e nettamente agrumate. Il finale è decisamente erbaceo fresco e termina piacevolmente balsamico. In miscelazione con una buona tonica e del basilico o rosmarino, trova la sua perfetta dimensione.

Bitter Rossi d’Angera
Ottenuto dall’infusione di erbe officinali e radici in una soluzione idroalcolica. Dal colore rosso acceso invitante e dal profumo intenso. Al palato è corposo e pieno e presenta fin da subito nette note amaricanti, seguite da sensazioni fresche ed erbacee. Piacevole astringenza. In un bicchiere ghiacciato con una spruzzata di limone e una foglia di salvia è un aperitivo davvero intrigante, anche on the rocks.

Stile.31, Vermouth Rosso
La sua formula, con vini da uve Cortese e Trebbiano, forma un perfetto connubio con le trentuno botaniche selezionate: ne esaltano l’aroma gli assenzi, le achillee, le note agrumate e la Genziana, ed il rabarbaro. Nel bicchiere si presenta di un colore ambrato scuro. Al naso sprigiona profumi molto intensi di radice e note erbacee calde che si ritrovano poi nel sorso vigoroso e speziato. Da solo, con poco ghiaccio e un’oliva è un perfetto aperitivo.

Il Negroni d’Angera
Ottenuto dalla miscelazione del Gin Latitudine 45, Spitz Genziana e Bitter d’Angera, questo cocktail ready to drink è proprio pronto da bere! Il suo colore limpido e classico lascia spazio a sensazioni gusto-olfattive insolite, speziate e fortemente agrumate. Il sorso è deciso e classicamente amaro.

Spitz – Aperitivo alla Genziana
Ottenuto con radici di genziana lutea e altre erbe aromatiche creano un aperitivo davvero interessante e curioso. Dal colore giallo ambrato, limpido. Al naso presenta note intense, fresche e speziate, con un rimando al sottobosco. Il sorso è delicato e dolce, con la trama continua delle erbe aromatiche. È buono così.

Vive fra Firenze (Toscana) e Merano (Alto Adige). Comunicatrice e scrittrice enogastronomica, sommelier e degustatrice di vini e distillati. Con la sua agenzia, la Io & Vino, si occupa di consulenza e formazione per attività ristorative con un forte focus sulla creazione di carte vino e distillati, su tutto il territorio nazionale.

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