Oliva Serie V Robusto & Vecchio Amaro del Capo Caffo

Per questa prima degustazione del 2023 ho selezionato un sigaro proveniente dal Nicaragua, l’Oliva Serie V Robusto e in abbinamento, ho scelto un amaro molto conosciuto in Italia, il Vecchio Amaro del Capo della Caffo.

Questo abbinamento lo definirei per “contrasto”, viste le caratteristiche espresse dai due prodotti nel corso della degustazione.

Il Sigaro


Serie V Robusto

Oliva

Il Robusto, con i suoi 127 mm per 52 di cepo, si presenta con una fascia maduro luminosa, dai toni rossi ed uniforme, che al tatto risulta oleosa, con un riempimento regolare lungo tutto il manufatto. A crudo si percepiscono cuoio, terra e spezie dolci.

Nel primo terzo si evidenziano aromi stallatici, cuoio e terra, con una forza media.

Nel secondo terzo, oltre agli aromi percepiti inizialmente, compaiono cacao e caffè.

Nel finale la forza risulta medio forte e gli aromi percepiti principalmente sono cuoio, caffè, cacao e spezie dolci.

Il sigaro presenta un’ampia complessità aromatica, una buona evoluzione, oltre a una lunga persistenza post fumata.

Il Distillato


Vecchio amaro del Capo

Caffo

Vecchio Amaro del Capo è frutto di un’antica ricetta calabrese, migliorata dall’esperienza dei Mastri Distillatori Caffo, che da oltre un secolo si dedicano con passione all’arte liquoristica e distillatoria. Racchiude in sé i principi di tante benefiche erbe, fiori, e frutti che gli conferiscono il suo colore caldo e ambrato e il suo inconfondibile gusto gentile e aromatico.

Sono ventinove le erbe utilizzate per produrre il Vecchio Amaro del Capo e ognuna ha uno specifico periodo di raccolta. Per questo motivo vengono raccolte una per una durante tutto il corso dell’anno. Tutte le macerazioni e le infusioni sono fatte immediatamente al momento della raccolta, per catturare gli aromi più freschi e per mantenere intatte le proprietà organolettiche di ogni ingrediente.

Nel bicchiere l’amaro si presenta con un color ambrato. All’olfatto spiccano liquirizia, anice e un accenno di menta. Il suo gusto gentile e aromatico ben si adatta anche ai palati più delicati, non necessariamente abituati agli “amarissimi”. Ricordiamo inoltre che, come vuole la migliore tradizione calabrese, Amaro del Capo va bevuto ghiacciato, per esaltare al meglio le caratteristiche delle erbe che lo compongono.

L’abbinamento tra sigaro e sorso risulta, in conclusione, molto piacevole, grazie alle ottime qualità organolettiche e al carattere espresso da entrambi i prodotti.

Classe 1981, abruzzese di nascita ma piemontese d’adozione, dopo gli studi inizia a viaggiare per lavoro e scopre un mondo che lo coinvolgerà sempre di più. I primi articoli li scrive oltre 10 anni fa per hobby e ad oggi è il suo lavoro. Giornalista e blogger, appassionato e collezionista di sigari e memorabilia cubane dagli anni 2000, cura rubriche che spaziano dal collezionismo, alle degustazioni e al vintage, all’interno di diverse riviste, si interessa anche di spirits, bollicine e vini, ossia tutto quello che si può abbinare ad un buon sigaro.

Potrebbero interessarti