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Ready To Drinks: non solo un fuoco di paglia

Se il 2022 ha dimostrato qualcosa, è la crescente popolarità della categoria ready-to-drink (RTD)

Anche se la scena globale dei bar è quasi tornata alla “normalità”,  i consumatori non sono disposti ad abbandonare la comodità che gli RTD hanno dato loro, e questo sta facendo impennare la crescita della categoria.

«La pandemia ha visto l’ingresso di un maggior numero di marchi nel mercato RTD, in quanto i consumatori cercavano una soluzione che rispondesse ai vincoli dell’isolamento, ma la crescita è continuata ancora nel 2022» più rapida che in qualsiasi altro segmento e si prevede che la domanda continuerà a trainare la categoria, secondo i risultati di uno studio annuale di IWSR.

Tra i motori di questa crescita, la trasversalità di utilizzo dei RTD. Per le compagnie aeree, ad esempio, sono un’ottima occasione per incrementare l’offerta premium a bordo. Moth si è assicurata un accordo per servire il suo Margarita in lattina sui voli a corto raggio di British Airways. Nel quarto rapporto annuale Bev Alc Insights by Drizly, che ha intervistato più di 250 gestori di negozi di liquori, un’ampia maggioranza ha dichiarato che, insieme agli hard seltzer, hanno cambiato in modo permanente il modo e il luogo di stoccaggio dei prodotti.



Braccio armato per quanto riguarda la penetrazione nel mercato, sono appunto gli Hard Seltzer. Ovvero bevande frizzanti e alcoliche in lattina. Kieran Gandhi, cofondatore del Bō Kiri, bar RTD a sud di Londra, ha notato una discrepanza tra il consumo di hard selzer nel Regno Unito, con un peso maggiore sul consumo casalingo, ma è fiducioso che il 2023 sarà l’anno della svolta, gli hard seltzer, complice “la prossima estate”. Un orizzonte che è già realtà in Irlanda, dove pesano quasi il 7% di tutti i Rtd venduti.

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