Il dinamismo pop bolognese del Velluto

Colori, freschezza di idee e fantasia al Velluto Botanique Eclectique, “salotto del cocktail” nella frenesia di Bologna

 

«Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po’ molli
Col seno sul piano padano ed il culo sui colli…»

Anni fa questa canzone – come molte altre della tradizione canora bolognese – raccontava l’empatia e la voglia di fare e di muoversi di una città che, da sempre, è tanto indolente quanto frenetica e movimentata. Un dinamismo quasi futurista nella sua frenesia, un movimento però controllato e figlio di un forte senso pratico, una visione d’insieme che non lascia quasi mai nulla al caso.



La stessa visione l’abbiamo ritrovata sedendoci al Velluto Botanique Electique il locale che Enrico Scarzella ha aperto (con coraggio) a dicembre del 2020. Un locale moderno, pop nel senso più ampio del termine, colorato, fresco e accogliente come un salotto di casa cucito addosso ai clienti. Dalla cucina e dal banco arriva grande attenzione alla materia prima e all’offerta dei cocktail che spazia dai grandi classici a quelli più divertenti e ricercati.



Questa è in pratica la sinossi di un locale che ci ha preso in contropiede e sorpreso, ma andiamo per ordine, partiamo dai cocktail… «i brain storming per la scrittura sono lunghi e divertenti, bisogna riuscire a dare spazio a ogni palato in modo equilibrato facendo sì che ogni cocktail rappresenti la nostra e l’identità di Velluto» li racconta così Enrico, parla di scrittura, di palati e di equilibrio, ed è esattamente quello che troviamo nella ricca “playlist” dei suoi cocktail. Fare un passo in avanti ogni due mesi (tanto dura la drinklist del Velluto), farsi conoscere e apprezzare attraverso le idee, mettendo a nudo cercando di stupire e coinvolgere i propri clienti non in maniera piaciona ma con la concretezza fantasiosa che troviamo solo a Bologna. La drinklist diventa una bella scusa per pubblicare una vera e propria rivista patinata, un magazine creativo che racconta attraverso foto, ricette, giochi e spiegazioni, tra cruciverba e identikit che finiscono per raccontare il locale molto meglio di alcune algide liste minimal.



Qui i colori accessi, il blu, il rosa, le vetrate su strada e la luce sempre presente, contribuiscono a vivere la giornata, che inizia con la colazione dalle 9:00 del mattino fino all’ultimo cocktail notturno all’1:00. In mezzo ci sono pranzi, cene, dopocena e “settordicimila” apertivi. Dalla cucina ammettono che i piatti presentano elementi della tradizione romagnola, con spunti contemporanei che proiettano il gusto fuori dagli schemi di un ristorante tradizionale bolognese. Una frase che racconta molto meno di quello che poi si trova in carta e che ha conquistato i clienti con una proposta che spazia dal Pastrami Sandwich al Cannellone con pasta all’uovo e spinaci, ripieno ricotta e mortadella, schiuma di parmigiano e granella di pistacchi, seguita dall’ottima Guancia di manzo confit, purea di pastinaca, juice di cottura. Potremmo andare avanti per ore, seguendo menù e abbinamenti con i cocktail, ma servirebbe solo a farvi venire fame.



Per concludere questo viaggio all’interno del Velluto abbiamo scelto tre cocktail che ci sono sembrati (tra i tanti) meritevoli di segnalazione per via del loro equilibrio nell’idea e nella piacevolezza di bevuta.

Certamente, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo ed evidenziare quello che per noi (e non solo) è un difetto di molti locali, ci sarebbe piaciuto trovare maggior attenzione e coinvolgimento dei prodotti italiani nei cocktail creati. Sappiamo che è un lavoro che avanza a piccoli passi e le drink list durano “solo” due mesi e magari alla prossima troviamo più Spirito Autoctono in lista.



  • AMERICANO LUCANO
    Vermouth Mancino Amaranto
    Vermouth Mancino Chinato
    Amaro Lucano
    Acqua tonica San Pellegrino all’essenza di Rovere


  • EL PACHO
    Tequila Altos
    Dry Curaçao
    Velluto Gazpacho


  • TELL ME WHITE
    Matusalem 15 anni
    Matusalem Platino
    Vermouth Cocchi Rosso

 

Nasce astemio nel 1971 a Roma, ma già alla fine degli anni ’80 si appassiona alla creatività e al buon bere. Frequenta Accademia delle Belle Arti e in contemporanea sviluppa una passione vera e sincera per il Campari e il Gin (in tutte le sue declinazioni). Illustratore, fumettista, mangiatore e creativo. Scrive e collabora con varie testate giornalistiche da anni. Conoscitore delle varie dinamiche del food&beverage, ha sempre fame e sete.

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