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Crisi o no, la Vodka affronta il futuro

La pandemia di Covid-19 ha segnato una frenata nel tasso di crescita e ora l’industria si trova ad affrontare nuove sfide. Con primatisti inaspettati

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia quest’anno ha indebolito l’economia globale. I distillatori stanno assistendo ad aumenti a due cifre, e in alcuni casi a tre cifre, per l’energia, le spedizioni, il vetro e le materie prime. Spiros Malandrakis, responsabile della ricerca sulle bevande alcoliche di Euromonitor International, afferma che l’Europa occidentale e il Nord America «iniziano già a vedere segni significativi di rallentamento». Si aspetta tassi di crescita più moderati per l’industria degli alcolici, ma osserva che il settore ha «dimostrato di saper sopravvivere e prosperare in tempi di crisi».

Un rapporto della società olandese di servizi finanziari Rabobank sull’impatto della recessione prevede, tra le altre cose, che potrebbero esserne avvantaggiate alcune categorie tradizionali, poiché gli appassionati “abbracciano il passato”. Tra queste categorie sicuramente c’è la Vodka, che solo in pochissimi casi (brand) ha registrato perdite o cali significativi.

Da un lato per la tradizionalità rassicurante rappresentata, dall’altro per una seconda tendenza chiave in cui i consumatori si mostrano interessati ad esplorare categorie con livelli di prezzo più accessibili.



La categoria della vodka sembra godere di ottima salute, con una notevole crescita del settore nel 2021. Secondo Euromonitor International, il settore della vodka dovrebbe crescere in volume fino a 334 milioni di casse da nove litri entro il 2023. «La categoria della vodka è stata la più grande categoria di white spirit a livello mondiale nel 2021 e continua a crescere e a globalizzarsi ogni anno», afferma Quentin Meurisse, Vicepresidente di The Absolut Company.

Una crescita che secondo Diageo va attribuita a un aumento del 300% del consumo di cocktail sia a casa che nei locali, come sottolineato da Dayalan Nayager, presidente di Diageo per l’Africa. E questo nonostante i marchi russi quest’anno siano stati rimossi dai bar e dagli scaffali dei supermercati del Regno Unito e non solo. Alcune grandi aziende produttrici di bevande, tra cui Diageo, Brown-Forman e Pernod Ricard, hanno infatti abbandonato la Russia per sostenere l’Ucraina. Questa astensione dai marchi russi ha lasciato gli alcolici del Paese – in particolare la vodka – in una “posizione precaria”, ha affermato l’analista Global Data. Nel frattempo, la crisi del costo della vita e l’incombente recessione potrebbero favorire le vodka a prezzo standard.

«Prevediamo inoltre che la categoria vedrà un maggior numero di collaborazioni con celebrità e influencer, come è stato comune per i marchi di tequila negli ultimi anni», aggiunge. Ha inoltre sottolineato le collaborazioni con “industrie adiacenti”, come quella tra Absolut e il festival delle Fiandre Tomorrowland.

Brand da tenere d’occhio nel 2023

Dal canto loro, anche le distillerie italiane si sono lanciare nel campo della vodka, con produzioni che vanno da nord a sud della penisola. Ecco una selezione di etichette da provare per il 2023, ora lisce ora in miscelazione.

Altamura Distilleries VodkaAltamura Distilleries

Baciamano (Cum Grano) Salis VodkaBaciamano Italian Finest Spirits

Eugin Vodka Eugin Distilleria Indipendente

LA VODKAITALIKO DRINK

Vulcanica vodkaMusa srl

 

 

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