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IWA: “Per combattere la crisi bisogna abbattere le tasse per l’export”

Il 90% dei produttori irlandesi hanno problemi in filiera. Un momento buio rischiarato da un buon mercato estero, che però ha bisogno di aiuti istituzionali 

Non è un buon momento sotto il cielo d’Irlanda. Secondo il Global Report 2022 dell’Irish Whiskey Association (IWA), per oltre il 90% dei produttori irlandesi i ritardi nella catena di approvvigionamento hanno avuto un impatto negativo sulla produzione recente e probabilmente influenzeranno anche quella futura. Sono i risultati di un’indagine approfondita dell’IWA nata per capire i problemi di un settore che sta affrontando crescenti pressioni sui costi, con sfide ancora più serie per le PMI. Tra i problemi più importanti anche il ritardo nella consegna delle materie prime (non sempre aggirabile con un cambio di fornitore) e ovviamente l’aumento dei costi dell’energia, sempre più importante.

Balzo dell’export

Secondo William Lavelle, direttore dell’IWA, «il 2021 è stato un anno di ripresa, facilitato da una politica commerciale internazionale di sostegno». Il Whiskey irlandese ha registrato un aumento delle vendite del 21% nel 2021, con Russia e Ucraina che hanno assorbito (pre conflitto) il 7% di tutto il mercato. Tra i mercati emergenti vengono segnalati India, Nigeria e Cina.



«Le sfide del commercio internazionale e della catena di approvvigionamento sono sempre più pericolode, ed è fondamentale che la politica commerciale internazionale mantenga il passo. Chiediamo – aggiunge l’IWA – una serie di azioni per espandere gli accordi di libero scambio. Compresa la riduzione delle tariffe in Australia, India, Kenya e Thailandia, tra gli altri».

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